Associazione tra depressione e mortalità negli anziani sottoposti a sostituzione transcatetere o chirurgica della valvola aortica
La depressione è sempre più riconosciuta come un fattore di rischio per esiti avversi nelle malattie cardiovascolari.
Tuttavia, si sa poco sulla depressione negli anziani che si sottopongono a sostituzione della valvola aortica per via transcatetere ( TAVR ) o chirurgica ( SAVR ).
È stata determinata la prevalenza della depressione e la sua associazione con la mortalità per tutte le cause negli adulti più anziani sottoposti a TAVR o SAVR.
Una analisi preliminare dello studio prospettico di coorte FRAILTY-AVR ( Frailty Aortic Valve Replacement ) ha incluso 14 Centri in 3 Paesi dal 2011 fino al 2016.
Sono stati arruolati individui di età pari o superiore a 70 anni sottoposti a TAVR o SAVR.
I sintomi depressivi sono stati valutati usando la Geriatric Depression Scale Short Form al basale e al follow-up.
L’esito principale era la mortalità per tutte le cause 1 e 12 mesi dopo TAVR o SAVR.
È stata determinata l'associazione tra depressione e mortalità dopo aggiustamento per fattori confondenti come la fragilità e il deterioramento cognitivo.
Tra 1.035 anziani ( 427 uomini, 41.3%, e 608 donne, 58.7% ) con un'età media di 81.4 anni, 326 ( 31.5% ) avevano un risultato positivo allo screening per la depressione, mentre solo 89 ( 8.6% ) avevano depressione documentata nella loro cartella clinica.
Dopo aggiustamento per i fattori confondenti clinici e geriatrici, la depressione al basale è risultata associata alla mortalità a 1 mese ( odds ratio, OR=2.20 ) e a 12 mesi ( OR=1.532 ).
La depressione persistente, definita come depressione di base che era ancora presente 6 mesi dopo la procedura, è stata associata a un aumento di 3 volte della mortalità a 12 mesi ( OR=2.98 ).
In conclusione, 1 su 3 adulti anziani sottoposti a TAVR o SAVR ha presentato sintomi depressivi al basale e un rischio più elevato di mortalità a breve e medio termine.
I pazienti con sintomi depressivi persistenti al follow-up hanno presentato il più alto rischio di mortalità. ( Xagena2018 )
Drudi LM et al, JAMA Cardiol 2018; 3: 191-197
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